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Migliori sensori di parcheggio anteriori e posteriori 2022

I sensori di parcheggio: ecco un’innovazione del mondo automotive che ha conquistato gli automobilisti di tutto il mondo. Del resto non c’è da stupirsi del successo riscosso da questi gingilli: le auto di moderna concezione, soprattutto quelle caratterizzate da una stazza più imponente rispetto allo standard, in fase di parcheggio non sono semplicissime da controllare.

L’idea di sbagliare manovra (e quindi di ripeterla più e più volte), di tamponare un’altra auto o di danneggiare la propria sbattendo su un qualsiasi ostacolo presente in un punto cieco della strada ovviamente non attira nessuno, mentre quella di proteggere la propria vettura da tutti i possibili accidenti di cui sopra fa gola a tutti. Da qui il ricorso ai sensori di parcheggio, optionals considerati ormai praticamente imprescindibili da buona parte degli automobilisti.

Migliori sensori di parcheggio per auto

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Che cosa sono i sensori di parcheggio?

I sensori di parcheggio altro non sono che dei congegni elettronici collocati sui paraurti anteriori e/o posteriori delle auto. Questi dispositivi, dicevamo, sono capaci di rilevare la presenza di un potenziale ostacolo posto nelle vicinanze della vettura.

Non appena il suddetto ostacolo raggiunge una distanza limite dalla macchina, i sensori iniziano ad emettere delle onde ultrasoniche trasmettendo l’informazione rilevata ad un’apposita scheda elettronica. Segue quindi la riproduzione di un segnale acustico che diventa più intenso ed insistente man mano che le distanze tra l’auto e l’ostacolo si riducono.

Come funzionano

Ma come funzionano i sensori di parcheggio? Si tratta di un meccanismo non troppo arzigogolato di cui abbiamo, seppure a grandi linee, già parlato nel paragrafo precedente. Scendendo un po’ più nei dettagli diremo che i sensori emettono all’occorrenza delle onde ultrasoniche, le quali vengono puntualmente convogliate in direzione della centralina. Quest’ultima, detta anche controller, ha la funzione di elaborare il segnale ricevuto e quindi di dirottare l’informazione ad un apposito altoparlante.

Una volta giunto alla cassa, l’input si trasforma in un “bip” ad intermittenza. La frequenza e l’intensità di questo suono possono cambiare ad ogni variazione di distanza dall’ostacolo. In alcune vetture il segnale acustico viene sostituito da una spia luminosa. Anche in questo caso il led si accende ad intermittenza e con frequenza ed intensità direttamente proporzionali all’avvicinarsi o all’allontanarsi di un elemento di pericolo. Alcune vetture infine combinano il segnale visivo e quello acustico.

Come funzionano i sensori anteriori?

I sensori di parcheggio, se collocati nella parte anteriore dell’auto, funzionano esattamente come descritto in precedenza. Ciò significa che quando  rilevano un possibile ostacolo emettono un segnale sonoro che puntualmente rimbalza contro l’oggetto che intralcia la manovra. Il segnale viene quindi intercettato dalla centralina.

Quest’ultima avrà modo di valutare la distanza che separa l’auto dell’ostacolo di cui sopra e di comunicare all’automobilista il possibile pericolo per mezzo di spie luminose, segnali acustici o grazie ad una combinazione di entrambi gli input.

Come funzionano i sensori posteriori?

Il principio di funzionamento dei sensori di parcheggio posteriori non si discosta poi molto da quello descritto nel caso dei congegni anteriori. Ovviamente però questi dispositivi sono chiamati in causa soltanto nel momento in cui si inserisce la retromarcia.

Di norma essi entrano in gioco quando la vettura gravita entro 1,5 metri di distanza dal possibile ostacolo. Anche stavolta, raggiunta la soglia limite, l’automobilista ascolterà un segnale acustico di intensità e frequenza variabile. Quando l’ostacolo sarà lontano 40 centimetri dal paraurti, il suono diventerà più intenso ed insistente.

Impianto sensori di parcheggio: optional o necessità?

L’installazione dei sensori di parcheggio viene tutt’oggi proposta come un optional. Certo, la possibilità di impiantarli tanto sulle auto di un certo livello quanto sulle più comuni utilitarie, ha contribuito a rendere il gadget sempre più popolare. Non è raro insomma che i proprietari di vecchie auto o di vetture nuove, ma sprovviste di sensori, scelgano di “correggere” questa mancanza.

Sul mercato sono infatti previste soluzioni aftermarket adattabili tanto alle comuni citycar quanto a SUV e veicoli particolarmente costosi. Online poi è possibile reperire davvero molte offerte. Il bello è che la merce acquistabile sugli e-commerce viene incontro alle esigenze di qualsiasi tipo di consumatore e di qualsiasi tasca.

Sensori di parcheggio: informazioni sul montaggio

Provvedere al montaggio dei sensori di parcheggio non è poi così difficile. La prima cosa da fare sarà verniciare questi dispositivi dello stesso colore del paraurti: potrete così camuffarli meglio e non togliere alcun pregio estetico alla vostra vettura. A questo punto armatevi di metro lineare ed individuate il punto di installazione dei dispositivi. Di solito esso è collocabile tra i 50 ed i 70 centimetri da terra.

Prevedete due fori sulla parte centrale del paraurti, uno sul lato destro ed uno sul lato sinistro per un totale di 4 unità. Segnate con una matita i punti prescelti e quindi forate il paraurti. Inserite poi i sensori proprio negli alloggi ricavati. Nel caso del paraurti posteriore prendete il filo relativo alla luce della retromarcia ed inserite un cavo all’interno dell’occhiello che fa capo al fanale.

Trovate nel cofano posteriore poi un alloggio per la centralina a cui collegherete quindi i cavi dei sensori. Procedete quindi installando il display nell’abitacolo. Il relativo cavo dovrà passare sempre sotto la pedaliera. Fatto ciò, smontate il cruscotto, collegate il dispositivo e quindi ripristinate il tutto. Adesso potete provare i vostri nuovi sensori.

Quanto costano?

Il prezzo di questi dispositivi non è “omogeneo”. Molto dipende dal fatto che si scelga di includerli tra gli optional al momento dell’acquisto di un’auto o di installarli in una seconda fase, oltre che dalla marca e dal modello della vettura.

Ponendo il caso che si opti per l’acquisto di una Fiat 500, includendo i sensori posteriori tra gli extra forniti dalla casa madre, la spesa ammonterà sulle 260 euro circa. La stessa opzione, nel caso di una Mercedes Classe E Coupé vi costerà la bellezza di 846 euro o giù di lì. Ricorrendo all’aftermarket invece potrete cavarvela con una spesa che oscilla tra gli 80 ed i 110 euro e che spesso è comprensiva anche dell’acquisto dei sensori anteriori.

Quali sensori di parcheggio vi consigliamo di scegliere?

Sono tante le variazioni sul tema che interessano il mercato dei sensori di parcheggio. Per non complicarci la vita però vogliamo individuare due grandi famiglie di prodotti: quelli a tecnologia wireless e quelli a funzionamento elettromagnetico.

La variante wireless

I sensori di parcheggio wireless sono i più semplici da installare perché privi di cavetteria. Scegliendoli non sarete obbligati a forare il paraurti; vi basterà piazzarli sul portatarga perché vengano alimentati automaticamente dalla lucetta qui presente. Il display posto nell’abitacolo invece si alimenterà grazie all’accendisigari. I due dispositivi comunicheranno tramite wireless. Comodo, no? Peccato che questa tecnologia abbia ancora da migliorarsi per quanto riguarda precisione ed affidabilità. In alcuni casi infatti la comunicazione non avviene o avviene in ritardo rendendo il dispositivo inutile.

I modelli elettromagnetici

Stavolta avrete a che fare con una striscia adesiva da collocare dentro al vostro paraurti. Ad ogni uso della retromarcia si attiverà la centralina dando vita ad un piccolo campo elettromagnetico. Quest’ultimo rileverà la presenza di un eventuale ostacolo, passerà l’input alla centralina ed attiverà il meccanismo di segnalazione acustica. Anche stavolta l’installazione non richiede forature. Il prezzo di questi sensori è un po’ più alto rispetto allo standard, ma il gioco vale la candela.